Per voi non siamo mai stati uomini, siamo piuttosto una caricatura.
Anonimi come gli abiti che indossiamo, nati per lavorare la terra e pagare le tasse. il Signore ci ha fatto con la schiena larga proprio per sopportare meglio il giogo. Bestie buone per essere battute o tosate al bisogno.
Lo sanno tutti, alle bestie si da un nome solo se c’è volontà di distinguere una dalle altre, per affetto o ruolo. Altrimenti per averci a che fare è sufficiente conoscerne la razza.
Noi siamo di razza Jacques Bonhomme.
L’esemplare Jacques non è un brav’uomo, piuttosto un sempliciotto facile da tenere in riga. Come abbiamo detto, ha la schiena larga ma anche la mente ottusa, le mani forti, la lingua pigra e la borsa stretta. Soprattutto la giacca corta, di stoffa grezza dalla tinta neutra.
Per voi un Jacques vale l’altro, è solo un’altra sagoma grigia piegata sulla terra. Come distinguere qualcuno in questa moltitudine senza colori e senza accenti? Anche il colore, di questi tempi, è un lusso. Deve essere meritato per sorte celeste, benevolenza altrui o abilità propria. Noi, evidentemente, non ci siamo riusciti.
Non conoscete neppure i nostri nomi eppure le nostre vite sono da sempre in mano vostra. Voi nobili signori, non sapete che esistiamo ma ci fate danno, sia che lavoriate o siate in ozio.
Nell’ozio riscuotete gli affitti, le tasse, le gabelle, i dazi, e quale altro nome vogliate dare alla vostra avidità. Ci giudicate, ci multate, ci mettete nelle galere o ci impiccate. Possedete tutto: la terra, i colori, la giustizia, la pace e anche Dio stesso. Vivete della rendita di questo possesso, quindi del nostro lavoro e dei nostri sacrifici. Quando decidete di occupare il tempo in qualcosa, ovviamente fate l’unica cosa che sapete fare: la guerra. Così, oltre alle precedenti, ci toccano saccheggi, coscrizioni forzate, confische o donazioni obbligatorie e altre tasse, ovviamente.
L’ultima fatica che avete intrapreso dura da quasi 20 anni. Si è fermata solo per lasciare alla Peste Nera qualche cadavere da reclamare, per poi riprendere come prima, non appena il morbo ha allentato la sua morsa.
Ebbene non state facendo un buon lavoro. Il Re, che avevate giurato di proteggere, è caduto prigioniero e, senza le sue insegne, l’esercito è perduto. Proprio ora, mentre i nemici dilagano e veniamo depredati da ogni parte, chiedete a noi di sostenere il peso del riscatto chiesto per risarcire l’onore della Francia, della Corona e di tutti i Signori che hanno fallito nel loro compito. La vostra disfatta è stato un grande affare per i vostri colleghi inglesi, ne sarete ammirati.
Non paghi, avete pensato ad una nuova imposta, sul sale e sul camino, così da poter continuare a inseguire altre terre da possedere, da tassare, da sfruttare, non certo difendere quelle che dite vostre dai soprusi dei mercenari che ci vogliono divorare.
I nobili, i cavalieri e gli scudieri rovinano il regno.
E ancora pensate che non sappiamo cosa stiamo facendo.
Davvero vi stupite del fatto che ci stiamo riunendo un po’ dappertutto, senza capi? Che, senza condottieri, diamo fuoco ai vostri castelli, prendiamo il vostro oro, rubiamo i vostri gioielli e indossiamo le vostre vesti sgargianti?
Davvero non sapete perché vi stiamo dando la caccia?
Non sapete come ci chiamiamo, anche se viviamo da sempre sotto lo stesso cielo. Non ci avete mai ritenuto degni di essere riconosciuti. Privi di nome, di volto e di diritti.
Ma oggi vi facciamo paura e vorreste conoscerli. Vorreste poterci chiamare uno ad uno per nome.
E invece anche oggi per voi siamo tutti Jacques, Jacques Bonhomme, come lo eravamo ieri. Rozzi, ingenui e incapaci di pensiero. Siamo tutti villani, prima indistinguibili per indifferenza ora per appartenenza.
Oggi, nel giorno di Pentecoste del 1358, lo Spirito Santo è sceso sui campi, sui boschi e sulle valli. È sceso nel villaggi depredati, tra le macerie ancora fumanti. Ha riempito l’aria e attizzato una fiamma. Ci ha restituito nome, volto, dignità.
Oggi ogni Jacques conosce la propria resurrezione.
Non importa come finirà, se anche questa volta soffocherete le nostri voci nel sangue.
Siamo certi fin da ora che sarà così.
Non ci interessa, perché da oggi voi sapete chi è Jacques Bonhomme e non potrete dimenticarlo.